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Massimo Arcangeli candidato di “Unione popolare con de Magistris”

 

Massimo Arcangeli, professore ordinario di Linguistica italiana presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Cagliari, è candidato capolista al collegio plurinominale P01 alla Camera Circoscrizione Piemonte 2 e all’uninominale U06 del collegio plurinominale alla Camera P03 Circoscrizione Lazio 1 con “Unione popolare con de Magistris“.

Maggiori info al link: Biografia di Massimo Arcangeli

 

 

La scuola che vogliamo.

La sfida più delicata da raccogliere, per una scuola al passo coi tempi, è riuscire ad armonizzare le esigenze dei singoli col bene comune, mirando al raggiungimento di un sostanziale equilibrio tra la valorizzazione delle “differenze” e il riconoscimento dell’importanza di una risposta compatta alle aspettative di una società sempre più complessa e frammentata al suo interno.

Una risposta che sia il frutto di una piena unità d’intenti tra i diversi soggetti coinvolti, gli insegnanti, i dirigenti scolastici, il personale ATA, gli studenti e le loro famiglie, per rimettere mano all’attuale sistema d’istruzione (sperequativo, aziendalistico, burocratizzato) e ripensarlo a partire dalle riflessioni su alcuni temi e obiettivi portanti per la scuola di domani:

1. Equiparazione agli standard europei per i finanziamenti alla scuola e per le retribuzioni del personale (con aumenti da far valere anche sul rinnovo del contratto).

2. Interventi di sistema per affrontare il serio problema della dispersione scolastica, particolarmente drammatico nel Meridione e non più rinviabile.

3. Stabilizzazione del personale precario, con un piano regolato di assunzione (anche per i docenti di sostegno) e la contestuale realizzazione di un un sistema di selezione improntato a un “doppio canale” di accesso ai ruoli dell’insegnamento.

4. Modalità di selezione concorsuali eque, obiettive e meritocratiche (e non aridamente nozionistiche).

5. Inclusività ed educazione a una cittadinanza attiva e responsabile, per una scuola in cui anche i più piccoli siano valorizzati in quanto persone. Di qui l’urgenza di rendere obbligatoria la scuola dell’infanzia, con investimenti strutturali sulla fascia d’età fino ai 6 anni finalizzati anche al superamento dei divari territoriali.

6. Lotta contro ogni forma di discriminazione e di alimento delle disuguaglianze (come la distinzione tra presunti docenti “esperti” e presunti docenti “non esperti”).

7. Incremento del tempo pieno e riduzione del numero degli alunni presenti in aula per mettere fine all’annoso fenomeno delle “classi pollaio”.

8. Trasparenza concorsuale e amministrativa.

9. Istituzione di legami e relazioni strutturali col mondo dell’università e della ricerca.

 

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