Libere di scegliere: giù le mani dalla 194

Sembra un paradosso della storia che sia accaduto proprio a Verona, la città che ha dato vita al femminismo della differenza, eppure è così: da ieri il consiglio comunale ha proclamato Verona “città a favore della vita”e ha votato a maggioranza, anche con i voti della capogruppo del Pd Carla Padovani, una mozione, la n.434 contro l’aborto, la libertà di scelta e l’autodeterminazione delle donne, promuovendo il finanziamento con soldi pubblici ad alcune associazioni cattoliche che si battono contro l’aborto. Il testo dal titolo Iniziativa per la prevenzione dell’aborto e il sostegno alla maternità nel 40°anniversario della legge 194/1978 (sic) inizia dichiarando l’impegno ad attuare politiche di tutela della vita, dal concepimento alla morte naturale, e iniziative a sostegno della maternità attraverso l’informazione sulle possibili alternative all’interruzione volontaria di gravidanza nell’interesse primario dei bambini. I diritti delle donne di scegliere liberamente del proprio destino vengono cancellati nella ipocrita presunzione che abortire per una donna sia desiderabile e non una necessità dolorosa. Ma non è solo un attacco oscurantista alla legge 194, in una città che negli anni 80 è stata il crogiolo di un movimento di donne che dall’università, con la comunità di Diotima, ha invaso il Paese promuovendo attraverso un intenso lavoro di ricerche e di riflessioni una cultura delle differenze, è soprattutto il segno evidente di una deriva democratica che colpisce diritti acquisiti, come nel disegno di legge sull’affido condiviso, che ha come primo firmatario il leghista Pillon e il decreto Salvini sull’immigrazione e sicurezza. Non è un caso che i primi obbiettivi di questo governo colpiscano le donne e i migranti perché rappresentano soggettività incarnate espressioni di diritti e di cambiamenti culturali e sociali che vanno ascoltati e condivisi per costruire insieme un Paese più giusto e libero dalle paure alimentate per trasformarci tutti in sudditi.

Simona Marino

Responsabile Nazionale del Coordinamento Libertà Civili e Pari Opportunità