Con la Catalogna per una Europa vera

Dalla Catalogna, dalla giornata di ieri, arriva un grido importante che non possiamo non ascoltare ed interrogarci: la globalizzazione, come la crisi economica della fase senile del capitalismo, non può svuotare le nostre società di sovranità. Il punto non è se essere indipendentisti o meno. Dovremmo ragionare da che cosa essere indipendentisti. Indubbiamente gli stati nazione vivono il loro momento peggiore dal secondo dopoguerra ad oggi, così come l’istituzione europea. Il problema risiede nella mancanza crescente di sovranità di queste istituzioni, sempre più vincolate a organismi solo finanziari privi di legittimità popolare. Ieri abbiamo assistito alla prima velleità scissionista europeista, convintamente europeista, più europeista dell’Unione stessa. Più europeista di un parlamento europeo senza potere, ingolfato nelle proprie rappresentanze parlamentari di gruppi nazionalisti che invitano alla chiusura e al rafforzamento delle frontiere come a forme di protezionismo e autarchia. La Catalogna non è questo, è il senso opposto. Non possiamo non immedesimarci nei volti, nelle gambe tremanti e nelle mani rugose degli anziani che ricordano bene cosa è stato il franchismo, cosa ha rappresentato l’avere la propria lingua clandestina e il proprio massimo poeta ucciso; così come i padri di famiglia con i bambini sulle spalle e i tanti, tantissimi giovani. Non possiamo non immedesimarci nei quasi duecentomila catalani che hanno votato per l’unità nazionale spagnola, ma che hanno rivendicato il diritto alla sovranità popolare. Non possiamo non contestare l’assordante silenzio delle istituzioni e delle cancellerie europee, rispetto la sproporzionata repressione che ha ferito oltre ottocento persone. Ieri la Catalogna ha dato prova di democrazia e di partecipazione, l’Europa si è dimostrata vecchia e ottusa. L’Europa non può nascere senza la Catalogna, senza questa gioiosa partecipazione popolare che dinanzi a tanta violenza ha risposto senza alcuna violenza. Il popolo Catalano è il cuore dell’Europa che vogliamo.

demA . democrazia e autonomia