Il Sindaco Manfredi e l’utile subalternità

Una fitta rete di silenzi avvolge da mesi la città, in un’assenza di indirizzo politico e di visione.

Un silenzio che solleva dubbi e perplessità sui rapporti di forza tra le istituzioni cittadine, sul vuoto che regna a San Giacomo, ma anche sull’utilità di non sollevare interrogativi, affinché,  nel silenzio, tutto scorra. Così, se da un lato la Regione gioca la sua partita con il Governo, il Sindaco tace e asseconda e, in ultimo, in un ruolo di utile subalternità, non chiarisce conflitti (non solo istituzionali).

L’immagine è quella di una città fiaccata (dai trasporti, alla cultura, alle politiche per la casa), senza indirizzo politico, da cui emergono sedicenti élites, pronte ad assicurarsi un posto al sole nella partita dei finanziamenti.  Da più parti, ad esempio, la nuova amministrazione cittadina aveva dichiarato di voler “ricomporre” il quadro istituzionale, tacciando l’amministrazione uscente di conflittualità e continua litigiosità. Contrariamente a tutto ciò, abbiamo assistito a un conflitto istituzionale senza precedenti tra Regione e Governo, in tema di scuola, di educazione, di continuità dell’insegnamento. Un conflitto che ha portato la più alta carica del Governo, il Presidente del Consiglio Mario Draghi, a doversi costituire sul terreno giudiziale, contro un’ordinanza regionale di chiusura delle scuole. Vicenda, questa, che non può non toccare il Sindaco, nella sua veste di garante della salute pubblica oltre che di guida di una giunta che ha tra le proprie deleghe l’istruzione cittadina. Il quale, tra tutte le strade possibili, ha scelto il silenzio. Lasciando così dirimere una questione di indirizzo politico, all’autorità giudiziaria. La quale, ha rimarcato con forza gli errori commessi dalla Regione in questa vicenda, non solo sul terreno della riapertura delle scuole, quanto anche delle funzioni pubbliche di garanzia attribuite alla Regione.

E lì, anche di fronte ad una sentenza, abbiamo dovuto registrare un nuovo silenzio del Sindaco, vittima di uno scontro politico e giudiziario, che ha riguardato il funzionamento delle istituzioni e la vita di tantissimi giovani e delle loro famiglie.  

E, ancora, il silenzio sulla scandalosa vicenda dei tamponi, ultimo atto di una politica di costruzione di privilegi, che ha visto la Giunta e il Consiglio garantirsi atti di liberalità indirizzati innanzitutto alla propria categoria. Ma, anche qui, di fronte alle proteste della città e di una parte del Consiglio comunale, non una parola, in piena pandemia, è stata spesa dal Sindaco sull’intera vicenda. Un silenzio, inoltre, che non ha fatto chiarezza sul ruolo dell’assessore Santagata, posto in un difficile equilibrismo tra la funzione di garanzia della salute pubblica e gli atti di liberalità riferibili a categorie incardinate in un Ordine professionale che egli stesso rappresenta.  

Per non parlare, ancora, dell’imbarazzante silenzio del Sindaco di fronte alle restrizioni dei servizi ospedalieri, dei ricoveri programmati, delle prestazioni ambulatoriali. Un silenzio che implica un assenso alle scelte dell’unità di crisi regionale e porta con sé qualcosa di macabro, poiché impatta sulla vita delle persone.  

E, ancora, il silenzio, e questa volta non solo del Sindaco, di fronte alla circostanza di ritrovarsi un assessore, Edoardo Cosenza, contemporaneamente esponente della sua giunta, con funzioni di indirizzo e controllo in materia di lavori pubblici e, contestualmente, presidente dell’Ordine degli Ingegneri. (Senza considerare la circostanza secondo la quale l’assessore risulta essere anche componente della Commissione Speciale del Consiglio dei Lavori Pubblici per i grandi progetti del PNRR). Qualcosa che stride, soprattutto sotto il profilo dell’opportunità, se si considera che lo stesso assessore è il collaudatore indagato nell’ambito del crollo all’Ospedale del Mare.   

Una fitta rete di silenzi che non spiegano, che non dicono, che non chiariscono, certamente sotto il profilo dell’opportunità, conflitti.

Si può restare così in silenzio, complice anche una certa stampa che valuta di non sollevare interrogativi?

Movimento demA