De Luca: “La cultura di Napoli è rappresentata da una serie di imbecilli”. La riflessione di demA

Farla fuori dal vaso può risultare imbarazzante per chi ne ha consapevolezza.
Non è, evidentemente, il caso del nostro Presidente De Luca: ascoltare un politico che ha deviato un fiume per realizzare una tanto goffa e cafona quanto esagerata e inutile spianata di cemento, un ecomostro, un monumento al narcisismo miserabile di un uomo di potere (quel Crescent 12 di Salerno che ha mobilitato l’intero mondo ambientalista e culturale per la gravità e la sfacciataggine) e sentirlo pontificare di Urbanistica, è più che imbarazzante: è indecoroso.
Se poi questo signore è anche il felice padre di due felicissimi neoprofessori universitari, uno a Salerno e l’altro piazzato in cattedra a Cassino con concorso in cui, ohibò, era l’unico concorrente (e poi gli altri si lamentano che devono andare all’estero…perché non si presentano a fare i concorsi in Italia?) e lo senti dire che la cultura di Napoli è in mano ad “una serie di imbecilli che sporcano pagine di giornali con esempi insopportabili di provincialismo, municipalismo, volgarità e stupidità”, allora capisci che non si tratta dell’inconsapevolezza dell’ignorante che parla a vanvera. Non è altro che arroganza, arroganza sguaiata e incontinente che non trova argine alcuno, né mediatico né istituzionale. De Luca se lo può permettere solo perché è il padrone.
Infatti, la sudditanza del Sindaco di Napoli al suo “grande elettore”, non è meno imbarazzante. Ascoltare al riguardo il silenzio, talmente timoroso da apparire indolente, di un ex Rettore e figura di primo piano della vita culturale degli ultimi vent’anni della Città, fa veramente senso.
Ma non si tratta solo di afonia nel ripristino della verità e nella difesa della Città: a oltre due mesi dall’insediamento, non vi sono atti della nuova Giunta (se non gli aumenti dei propri emolumenti) né l’avvio della vita politica, con le Commissioni Consiliari ancora non definite e non convocate.
Questa è un’ Amministrazione, con in primis un Sindaco, talmente inerte da risultare inerme, incapace non solo di fare il proprio lavoro ma perfino di replicare ad un attacco così sguaiato e gratuito alla Città.
Sentire un ignorante parlar male di una città con quattro Università, con istituti culturali unici al mondo come la “Stazione Dohrn” o l’ “Osservatorio Vesuviano”; sentirlo inveire contro la città d’arte che ha vissuto prima del covid il più imponente sviluppo turistico d’Europa; sentir chiamare “imbecilli e provinciali” i suoi intellettuali che (ma questo, da ignorante come è, non può saperlo) occupano stabilmente da decenni il vertice della scena musicale, letteraria e cinematografica del Paese; intellettuali tra cui si esprimono eccellenze rimaste a lottare in prima linea con la ricerca scientifica in un mondo, come quello della sanità deluchiana, devastato ed impestato da clientelismi ed affarismi. Ebbene, tutto questo è qualcosa che dovrebbe risvegliare un minimo di dignità nel nostro Sindaco e nei nostri assessori e indurli a ribellarsi al padrone con uno scatto di dignità, di realismo e di senso civico.
Ma, forse, in attesa di tempi migliori, il nostro Sindaco si è solo adeguato all’antica e tranquilla logica schiavile dell’ “attacca o ciuccio addò vo’ o padrone”: se l’asino contraddice il padrone ne ottiene solo mazzate e corre anche il rischio di restare digiuno.

Movimento demA